Con sentenza n. 553/2025, pubblicata il 17 aprile, il TAR Puglia (Sezione Seconda) ha accolto il ricorso presentato da una società di costruzioni contro il Comune, che aveva annullato in autotutela la SCIA presentata per trasformare un’unità immobiliare da ufficio a residenza, sostenendo l’incompatibilità dell’intervento con le previsioni urbanistiche locali. La sentenza: prevale la legge nazionale sulla normativa comunale

Il TAR ha ritenuto fondate le argomentazioni della ricorrente, stabilendo che:

  • La normativa introdotta dal “Salva Casa” ha portata prevalente rispetto a disposizioni comunali precedenti e non specificamente aggiornate;
  • Il cambio di destinazione d’uso verticale (tra categorie funzionali diverse) è legittimo, anche senza opere, se l’unità si trova in un contesto edilizio a destinazione prevalente conforme alla nuova funzione;
  • L’edificio in oggetto risultava infatti in larga parte residenziale, con 46 unità abitative su 54 complessive, il che rendeva la trasformazione perfettamente coerente con la norma. Inoltre, il giudice amministrativo ha escluso qualsiasi incompletezza della documentazione o reticenza nelle dichiarazioni fornite nella SCIA, affermando che l’intervento rispondeva ai requisiti di legge senza determinare un aggravio urbanistico tale da giustificare oneri aggiuntivi.
  • SALVA CASA_CAMBIO D’USO